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Esame del DNA

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Il test genetico permette di ottenere, direttamente dal DNA, tutte le informazioni necessarie per migliorare lo stato di salute generale e ottenere il massimo dal corpo individuando le specifiche necessità alimentari e fisiche per l’organismo.

Potrai finalmente conoscere grazie al tuo codice genetico: l’alimentazione più adatta a te, le tue intolleranze alimentari, la tua predisposizione al colon irritabile, il tuo fabbisogno giornaliero di vitamine e sali minerali, come funziona il tuo metabolismo, le tue predisposizioni relativamente al testosterone ed estrogeni, lo sport e allenamento più adatto a te, la capacità di tollerare volumi allenanti, la tua predisposizione agli infortuni, l’invecchiamento cutaneo, la predisposizione a sviluppare determinate patologie e molto altro ancora.

Più nello specifico:

 

INTOLLERANZA AL LATTOSIO

Il lattosio è lo zucchero principale del latte. La sua digestione avviene per opera dell’enzima lattasi presente nell’intestino tenue.

Le persone intolleranti a questo zucchero hanno, per cause genetiche, una minor quantità dell’enzima lattasi che comunque anche fisiologicamente col tempo tende a ridursi. Cosi se viene assunto latte o derivati o cibi che contengono lattosio, questo non viene digerito ma viene trasportato nell’intestino crasso dove viene fermentato dalla flora intestinale. Questo porta, dopo poche ore, a gonfiore, dolore addominale, flatulenza e diarrea.

SENSIBILITÀ GENETICA AL GLUTINE

La celiachia è un’infiammazione cronica a carico dell’intestino tenue, scatenata dall’ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti.

La malattia celiaca è riconosciuta da tempo come malattia di origine genetica, legata al complesso maggiore di istocompatibilità o HLA (Human Leukocyte Antigen). Questa patologia è infatti associata alla presenza di antigeni HLA di classe II DQ2 e DQ8.

Il test identifica e analizza i polimorfismi associati a loci dei geni HLA coinvolti nella risposta immunitaria contro il glutine, ciò permette di dare un’interpretazione alla predisposizione genetica alla celiachia o alla sensibilità al glutine.

SENSIBILITÀ ALL'ISTAMINA

L’intolleranza all’istamina è una condizione che si verifica quando si ha un disequilibrio tra accumulo e degradazione di istamina all’interno dell’organismo.

Nelle persone affette da intolleranza all’istamina, si verifica una riduzione dell’attività dell’enzima DAO, che può essere dovuta ad una predisposizione genetica, in questo caso una mutazione sul gene della DAO è associato a una ridotta sintesi dell’enzima stesso, oppure può essere acquisita tramite malattie gastrointestinali che inibiscono la produzione di DAO.

I sintomi tipici di questa intolleranza compaiono circa 45 minuti dopo l’assunzione di cibi ricchi di istamina o liberatori d’istamina e possono manifestarsi attraverso:

  • Disturbi gastrointestinali;

  • Emicranea;

  • Eruzioni cutanee, prurito, orticaria;

  • Asma, difficoltà respiratorie;

  • Nausea;

  • Irritazione della mucosa nasale, naso che cola e/o naso chiuso;

  • Dismenorrea.

SENSIBILITÀ ALLA CAFFEINA

La caffeina è una sostanza alcaloide naturale con proprietà stimolanti che si trova prevalentemente nel caffè, nel the e nella cioccolata. Una delle proprietà più conosciute della caffeina è quella eccitante.

Dal punto di vista biochimico questo effetto è determinato dalla sua azione di stimolazione della secrezione delle Catecolamine (Adrenalina e Noradrenalina), ormoni che favoriscono l’aumento del metabolismo corporeo, della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa. Ulteriori funzioni dimostrate sono l’aumento della sintesi acida a livello gastrico e aumento della diuresi.

È quindi importante valutare la sensibilità individuale alla caffeina per modulare il consumo di bevande e alimenti contenenti questa sostanza al fine di ridurre i rischi per la salute.

MICRONUTRIENTI

Le vitamine ed i sali minerali sono componenti molto importanti dell’alimentazione. Queste sostanze sono dette “micronutrienti” perché devono essere assunte in piccole quantità, ma sono indispensabili per il buon funzionamento dell’organismo ed eventuali carenze possono portare a problemi di salute.

La loro carenza determina l’impossibilità dell’organismo di eseguire complesse operazioni metaboliche atte al mantenimento dello stato di salute.

METABOLISMO DELLA VITAMINA D

La vitamina D promuove l’assorbimento intestinale e renale del calcio ed è indispensabile per il metabolismo osseo.

La capacità soggettiva di assimilare ed utilizzare la vitamina D contenuta negli alimenti può essere alterata dalla presenza di polimorfismi che influenzano i geni coinvolti nei processi biologici da essa controllati. La suscettibilità a sviluppare patologie correlate con una alterazione del metabolismo della vitamina D è fortemente legata alla interazione fra genotipo individuale e stile di vita.

Vengono analizzati con il test i polimorfismi coinvolti nella regione VDR per dare un’interpretazione completa in merito alla funzionalità del recettore della vitamina D correlato alla predisposizione genetica all’osteopenia.

METABOLISMO E PROFILO LIPIDICO

Le persone non reagiscono nello stesso modo al cibo che assimilano, alcune persone aumentano di peso più facilmente di altre, anche se mangiano le stesse cose. La risposta individuale agli alimenti è influenzata da caratteristiche genetiche ampiamente studiate che modificano il nostro metabolismo e possono determinare una diversa sensibilità ai grassi o ai carboidrati.

Il test dà informazioni utili al fine di conoscere la predisposizione a determinate patologie dovute ad un funzionamento alterato delle vie biochimiche coinvolte, tra cui rischio di insulino resistenza, diabete di tipo II, colesterolo HDL.

Conoscere queste caratteristiche consente di personalizzare il piano alimentare tenendo conto di quelle caratteristiche genetiche della persona che ne influenzano l’accumulo di peso. Avere maggior consapevolezza del proprio corpo e di come esso reagisce all’alimentazione è il primo passo per mantenere il controllo del peso.

RISCHIO CARDIOVASCOLARE

Come per tutte le patologie complesse (o multifattoriali) il rischio cardiovascolare, la probabilità cioè di sviluppare un problema legato all’apparato cardiocircolatorio (infarto, ictus ecc.), è legato a numerosi fattori sia comportamentali (alimentazione, fumo, stile di vita, patologie pregresse) sia genetici.

Uno degli obiettivi principali della genetica è l’uso di informazioni derivanti dal DNA per identificare il rischio di sviluppare malattie multifattoriali, come la malattia coronarica. Negli ultimi anni la ricerca ha approfondito lo studio dei fattori genetici che sono correlati al rischio cardiovascolare e numerosi studi hanno dimostrato che l’informazione derivante dall’analisi di questi fattori aumenta la capacità di prevenzione con importanti miglioramenti per la salute individuale.

RISPOSTA INFIAMMATORIA

L’infiammazione è uno dei principali meccanismi di difesa dell’organismo in grado di proteggere da una serie di eventi che possono minacciare la salute (agenti fisici, chimici e biologici). Per fare questo vengono attivate delle cellule specifiche del sistema immunitario (es. leucociti, macrofagi, plasmacellule) che producono sostanze (principalmente citochine) che regolano, attivando o reprimendo, il processo infiammatorio.

La presenza di varianti genetiche che modificano l’attività delle citochine può determinare una diversa risposta allo stimolo infiammatorio che aumenta il rischio di sviluppare malattie cronico degenerative.

PERFORMANCE SPORTIVA

Numerose ricerche sul genoma umano hanno messo in relazione l’abilità atletica di un individuo con il proprio corredo genetico. Questi studi per la valutazione delle predisposizioni all’allenamento e delle esposizioni agli infortuni sono di grande aiuto nell’individuazione dei metodi di training più idonei, sempre supportati da una corretta nutrizione e da uno stile di vita appropriato.

Per chi pratica con regolarità discipline sportive – sia a livello agonistico che amatoriale - può diventare quindi molto importante capire quali fattori genetici possano influenzare le attività fisiche, in modo da ottimizzare le performance.

Il test permette di conoscere le variazioni in grado di influenzare le capacità condizionali (forza, resistenza e velocità) e metaboliche (utilizzo dei diversi substrati energetici) nel corso dell’allenamento sportivo.

Conoscere preventivamente la propria predisposizione genetica all’intensità e alla durata dello sforzo fisico o la propria massima potenza aerobica, può dare indicazione su quale tipo di sport intraprendere e, al contempo, la conoscenza della predisposizione verso traumi e patologie aiuta a prevenire gli eventi negativi che potrebbero condizionare l’attività sportiva e i suoi risultati.

CAPACITÀ ANTIOSSIDANTE

L’equilibrio fisiologico del nostro corpo, tra sistema antiossidante e specie chimiche ossidanti, è fondamentale per mantenere un buono stato di salute. Quando aumenta lo stress ossidativo, in seguito ad accumulo di specie reattive, le strutture corporee vengono danneggiate e si manifestano alterazioni metaboliche, danno e morte cellulare.

La produzione di radicali liberi è una conseguenza della normale attività metabolica cellulare, tuttavia esiste una capacità antiossidante endogena che si occupa di placare la reattività di queste specie molto instabili. Anche fattori esterni come fumo, inquinamento, sole, stile di vita aumentano lo stress ossidativo del nostro corpo.

La riduzione della capacità antiossidante e influenzata geneticamente, ma è una condizione che può essere aiutata con l’assunzione di antiossidanti esogeni e correzione dello stile di vita.

METABOLISMO ENERGETICO

Le centrali energetiche delle nostre cellule sono i mitocondri che esprimono nella loro membrana interna le proteine disaccoppianti (UCP) che permettono di minimizzare la formazione di radicali durante la respirazione cellulare deviando l’energia derivante dagli alimenti in calore e non nella produzione di ATP.

Nel muscolo il loro ruolo è quello di aumentare la spesa energetica sotto forma appunto di calore per una maggiore resa sportiva e a discapito del grasso.

TENDINOPATIA

La pratica sportiva, in particolare quella agonistica, sottopone l’apparato muscolo scheletrico a uno stress biomeccanico che aumenta il rischio di incorrere in tendinopatie con rischio di infortuni. Tendini e legamenti sono composti da densi tessuti connettivi e svolgono un ruolo fondamentale per la funzionalità del sistema muscolo-scheletrico.

Vengono analizzati i polimorfismi correlati alla struttura del collagene e alla sua degradazione, che aiutano a comprendere il rischio genetico di lesioni ai tendini.

 

VO2MAX

Il valore del VO2Max rappresenta la massima capacità di consumo d’ossigeno di un individuo ed è un indice fondamentale per comprendere la capacità di resistenza cardiorespiratoria. Essendo un buon predittore di performance per le corse di endurance, può essere considerato un prerequisito di performance per atleti d’élite.

L’analisi dei geni correlati al VO2Max predice la predisposizione alla performance di endurance.

INVECCHIAMENTO CUTANEO

L’invecchiamento cutaneo è l’insieme di alterazioni biochimiche, strutturali e funzionali legate all’età (cronoinvecchiamento) e al sole (fotoinvecchiamento) e a fattori ambientali più in generale che provocano stress ossidativo.

Le fibre di collagene presenti nel derma con l’invecchiamento tendono a diminuire e ad irrigidirsi causando la formazione delle rughe.

METABOLIZZAZIONE DELLA MELATONINA

La melatonina è un ormone prodotto dalla ghiandola pineale che regola il ritmo sonno-veglia. Questa ghiandola stimola la produzione di melatonina non appena si fa buio, scandendo così la fase di sonno durante la notte e la fase di veglia durante il giorno (con l’avvicinarsi dell’alba la luce fa diminuire la concentrazione di melatonina).

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